AYURVEDA

COS’È L’AYURVEDA

L’ayurveda è una scienza antichissima che ha i suoi fondamenti nelle scritture sacre dell’Induismo ed opera attraverso una concezione olistica dell’uomo.

Esso si configura come un sistema medico e filosofico per il quale la malattia e la salute rappresentano dei processi cui partecipano il corpo, la mente e lo spirito e in cui terapie come i massaggi, le tecniche di purificazione, un’alimentazione equilibrata, indicazioni sullo stile di vita, la meditazione concorrono a ripristinare l’equilibrio compromesso nella condizione di malattia.

Basato su principi etici quali la nonviolenza e il rispetto della natura, pone la sua attenzione sull’aspetto fisico e terapeutico completandosi con la filosofia e la pratica dello yoga negli aspetti spirituali.
L’ayurveda, infine, ricorda all’uomo che la meta principale della vita è la vera libertà dalla dipendenza dal mondo esterno.

La visione metafisica del corpo e la metodologia per il mantenimento della salute psico-fisica è concretizzata in uno studio pratico e dettagliato dell’essere umano attraverso l’elaborazione di un sistema di medicina completo, comprendente branche quali la medicina interna (kayacikitsa), la chirurgia (shalyatantra), l’oftalmotorinolaringoiatria (shalakyatantra), la tossicologia (agadatantra), la ginecologia e la pediatria (kaumara bhritya), la scienza del ringiovanimento (rasayana), l’uso degli afrodisiaci (vajikarana), la psicologia (bhutavidya), le cui tecniche sono state prese da esempio e sono utilizzate ancora oggi nella medicina moderna.

Oggi è attuata come una delle metodologie “non convenzionali” per il mantenimento della salute dando grande risalto alle sue capacità di prevenzione attraverso tecniche di purificazione ed eliminazione delle tossine (panchakarma), indicazioni di routine giornaliera e stagionale, l’uso di preparati erboristici realizzati secondo le ricette ayurvediche tradizionali, attraverso la pratica del massaggio ayurvedico, eseguito su tutto il corpo con oli erbalizzati, e delle altre tecniche di trattamento del corpo con oli, erbe e polveri.

PERCHÈ L’AYURVEDA OGGI

Lo stile di vita moderno, la mancanza di contatto con la natura, ritmi di vita sregolati e abitudini alimentari errate sono la causa di una moltitudine di disturbi che, se aggravati, possono diventare patologie croniche. L’ayurveda attraverso la sua filosofia, i suoi trattamenti individualizzati e i preparati erboristici può aiutare a ritrovare equilibrio e benessere.
Infatti, secondo l’ayurveda:
“Siamo ciò che pensiamo”
Il contenuto della nostra mente in termini di pensieri, atteggiamenti, emozioni determina il nostro modo di essere e la nostra salute generale.
“Siamo ciò che mangiamo”
La scelta di cibi adatti alla nostra costituzione (prakriti) ma anche il modo in cui questi sono abbinati tra loro, il modo in cui sono preparati e ancora l’orario dei pasti e lo stato d’animo con cui sono consumati influisce sull’equilibrio del nostro corpo e della nostra mente.
Inoltre, l’ayurveda ci ha tramandato una conoscenza dettagliata dell’erboristeria con i suoi preparati naturali, dei trattamenti tradizionali quali il massaggio e di altre tecniche per rafforzare e disintossicare l’organismo. Queste, descritte nei testi antichi e tramandate sino ad oggi, offrono un prezioso contributo per migliorare lo stile di vita in particolar modo nella società moderna dove i ritmi naturali sono spesso stravolti.
Ricordiamo, infine, che l’ayurveda è stata riconosciuta a pieno titolo come “medicina tradizionale” dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

È definito sano quell’individuo i cui dosa, (i fattori costitutivi del corpo che ne controllano le attività fisiologiche), i cui agni (i fattori responsabili del metabolismo e della digestione), i cui dhatu (i tessuti corporei), i cui mala (i prodotti di rifiuto o escrezioni) e le cui kriya (le attività fisiche e mentali) sono normali ed il cui corpo, i cui sensi e la cui mente sono chiari.
(SU. Sut. 15,41)

ORIGINE DEI TRE DOSHA

Il termine ayurveda indica “la conoscenza, il sapere sacro” (Veda) relativo alla “vita” o “longevità” (ayus). Nella Charaka Samhita, il trattato più antico e autorevole sulla medicina ayurvedica, ayus è “l’unione di corpo, organi, mente e sé (atman)” (CA. Sut. I, 42). Questa definizione evidenzia l’impostazione psicosomatica dell’ayurveda che studia non solo il corpo, ma l’essere vivente nella sua interezza, comprese le funzioni dei sensi (vista, udito, odorato, gusto e tatto), la mente e il sé. Ricorda, inoltre, che l’uso scorretto delle facoltà sensoriali e psicologiche può provocare svariate malattie.

L’ayurveda deriva dalle verità scoperte dagli antichi rishi (veggenti) durante pratiche meditative e discipline ascetiche. Trae la sua origine dalla filosofia samkhya realizzata dal rishi Kapila, composta di 24 principi o elementi che costituiscono l’universo: dall’energia creativa, fino agli elementi più grossolani (bhuta).

Vatapitta e kapha sono i tre dosha o umori biologici, sono costituiti dai cinque elementi (etere o spazio – akasha, aria – vayu, fuoco – tejas, acqua – apas, terra – prithvi) costituenti l’universo e l’essere umano.

ETERE + ARIA = VATA

“Vata è secco, leggero, freddo, duro, sottile ed instabile.” (AH. Sut. 1.10)

FUOCO + ACQUA = PITTA

“Pitta è leggermente oleoso, intenso, caldo, leggero, avente odore carneo, tendente a fluire e liquidi.” (AH. Sut. 1.11)

ACQUA + TERRA = KAPHA

“Kapha è oleoso, freddo, pesante, lento, liscio, viscoso e stabile.” (AH. Sut. 1.11)

TIPOLOGIE COSTITUZIONALI O PRAKRITI

L’ayurveda considera ogni individuo nella sua costituzione psico-fisica.
Afferma che tutto è utile in natura ma sa che alcuni cibi, erbe e sostanze possono essere utili per qualcuno ma da limitare o evitare per altri.
Per stabilire cosa è più utile e quali sono i trattamenti più indicati occorre determinare la costituzione individuale.

Secondo l’ayurveda esistono sette (o dieci quando si considerano 6 costituzioni miste) costituzioni:


costituzioni pure

1. vata

2. pitta

3. kapha


costituzioni miste

4. vata – pitta

5. pitta – kapha

6. vata – kapha


costituzione tridoshica

7. vata – pitta – kapha

Sebbene ogni singola costituzione sia dominata da uno o più dosha, ogni individuo è in realtà una combinazione di tutti e tre i dosha presenti in proporzioni diverse.

Propulsione, trasporto, riempimento, separazione e sostegno sono le cinque funzioni caratteristiche di vata che, quintuplice, supporta il corpo.” (SU. Sut. 15,3.1)
Vata rappresenta “ciò che muove le cose” – ha sede nelle parti cave del corpo quali stomaco, narici, orecchie, interno delle ossa, intestini, ecc. E’ responsabile di tutti i movimenti che avvengono nel corpo lo sbattere delle ciglia, i movimenti muscolari, la respirazione, la circolazione, gli impulsi nervosi, ecc. Governa anche emozioni quali nervosismo, paura, ansietà, sbalzi d’umore, dolore. L’individuo vata è sottile, freddoloso, con carnagione scura, pelle secca, capelli e denti fragili, appetito e digestione variabili, sonno irregolare.

“Pitta, quintuplice, colora, digerisce, produce vigore, brillantezza, intelligenza e calore. Esso conferisce la sua grazia mediante l’azione del fuoco.” (SU Sut 15,3.2)
Pitta rappresenta l’energia-calore del corpo – ha sede in occhi, pelle, cuore, milza, fegato, duodeno. Governa la digestione, l’assorbimento, l’assimilazione, il metabolismo, la temperatura corporea, lo splendore degli occhi, l’intelligenza. Fa sorgere ira, gelosia, odio. L’individuo pitta ha una corporatura media e proporzionata, capelli sottili e delicati con tendenza a caduta e incanutimento, sudorazione abbondante, è coraggioso, intelligente, aggressivo.

“Kapha, quintuplice, unisce le articolazioni, lubrifica, cicatrizza, riempie, produce forza e robustezza. Esso conferisce la sua grazia mediante l’azione dell’acqua.” (SU Sut 15,4)
Kapha dà stabilità al corpo – é presente in petto, gola, bocca, stomaco, giunture, plasma, ecc. Fornisce lubrificazione alle giunture, umidità alla pelle, favorisce la guarigione delle ferite, dona forza, vigore e stabilità. L’individuo kapha è generalmente robusto, con ossatura grande e tendenza ad ingrassare, ha un sonno profondo, pelle liscia, capelli folti, appetito normale. E’ una persona calma, tollerante, paziente, sicura di sé.

FASI DEL GIORNO E STAGIONI SECONDO L’AYURVEDA

L’interrelazione tra i dosha è indispensabile così come l’aria è indispensabile in natura per accendere il fuoco e l’acqua per controllarlo.
Vata muove kapha e pitta, per loro natura immobili.
tridosha governano le attività metaboliche, l’anabolismo (kapha), il catabolismo (vata) ed il metabolismo (pitta).

In relazione a queste funzioni, possiamo dire che la prima fase della vita è legata all’attività di kapha, infatti l’anabolismo e la crescita fisica sono predominanti.
La seconda fase della vita (età adulta) è legata a pitta, infatti il corpo è maturo e stabile, la terza parte della vita è dominata da vata, infatti inizia il processo di deterioramento del corpo. Il tempo è in costante movimento, così come i tre dosha e c’è una precisa relazione tra questi due movimenti.
Possiamo ritrovare l’alternanza dei dosha nelle variazioni stagionali e nelle fasi della giornata.
La stagione autunnale, da settembre a novembre, quando cadono le foglie e diminuisce la temperatura, è dominata da vata.
La stagione invernale, da dicembre a febbraio, caratterizzata da nuvole, neve e basse temperature, è dominata da kapha. Inoltre kapha sarà dominante all’inizio della primavera e pitta al termine della primavera e nell’estate, caratterizzata da un aumento di temperatura.
Le stesse variazioni avvengono durante la giornata.

Al mattino, dal sorgere del sole fino alle 10, è dominante il dosha kapha. Questa predominanza dà energia, freschezza e a volte sensazione di pesantezza.
kapha segue poi pitta, fino alle 14, portando appetito, leggerezza ed un maggior calore.
La fase di Pitta viene seguita da vata, fino al tramontare del sole, che rende attivi, leggeri e agili.
Kapha sarà ancora dominante dall’ora del tramonto fino alle 22, una fase della giornata dominata da freschezza e inerzia.
Pitta dominerà ancora dalle 22 fino alle 2 del mattino, e sarà responsabile dei processi metabolici del corpo. Infine dalle 2 alle 6 del mattino sarà di nuovo dominante vata.
In relazione a questa alternanza possiamo dire che la colazione andrebbe consumata dalle persone di costituzione vata e pitta tra le sette e le otto di mattina. Kapha dovrebbe evitarla, in quanto mangiare nell’ora di kapha porterebbe ad un aumento del dosha nel corpo. Il momento più adatto per consumare i pasti è all’inizio del tempo pitta, tra le 10 e le 12 di mattino.
Il pranzo principale della giornata andrebbe consumato quando il sole è alto, un pasto troppo abbondante la sera disturba il sonno e porta a sogni agitati. La cena andrebbe consumata tra le 18 e le 20, per permettere un sonno profondo.
La consapevolezza di queste variazioni aiuta a mantenersi in armonia con le energie interne ed esterne al nostro essere.